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Associazione Tartufai Altotevere 

Nella riunione partecipatissima di Pietralunga del 12 luglio per l'istituzione del parco Nazionale del Catria e Nerone e Alpe della Luna, sono venute allo scoperto la politica regionale e la politica locale che si sono dimostrate non all'altezza della situazione, e solo di recente hanno cercato di correre ai ripari.
Il loro scopo era chiaro, non curavano gli interessi della popolazione, ma si volevano gestire i 40.000 ettari con delle regole che sfuggivano ad ogni controllo.
Vedi la pagina di Luca Secondi, responabile Agricoltura Regionale del PD.
L'assessore Cecchini a proposito dov'era?

Ora tutti i politici dopo la riunione di Pietralunga si smarcano dal problema del parco, nessuno sembra che sapeva. Ma i 900.000 euro stanziati con il decreto del 2015, che fine hanno fatto???

Ci rispondessero i politici.

presidente
Alessandro Ghigi

Ancora 1

Convegno "il patrimonio tartuficolo", situazione attuale e prospettive

Si è svolto il giorno 31 ottobre 2017 presso la Sala del Consiglio Comunale del Comune di Città di Castello.

convegno 31 ott 2017
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Tartufaie controllate, lettera dell'Associazione Tartufai Altovere inviata a:

Presidente Giunta Regionale dell’Umbria

                     Ass. Politiche Agricole e Forestali

                      Presidente Consiglio Regionale

                      Ai gruppi Consiliari

OGGETTO: Regione, Tartufi, Leggi ed  Interpretazioni  “ad personam ”

 

Il sottoscritto Arch. Bicchi Antonio nella qualità di Presidente della Associazione Tartufai Altotevere con sede in Città di Castello (PG) Via Cortonese n° 2/d, nell'interesse pubblico che da Statuto persegue l'associazione  espone quanto segue:

l'Associazione da tempo ha sollevato, come risulta dai documenti pure prodotti in allegato, una situazione di grave pregiudizio sociale e ambientale derivato dalla emissione di un parere giuridico con contenuti altamente lesivi al significato della legge.

La legge  regionale 6/1994 e sue successive modifiche ( l. 8/2004) è una legge speciale che regola e disciplina la raccolta, coltivazione, conservazione e commercio di tartufi come da delega alla Regione dalla Legge dello Stato n° 752/1985.

In tale contesto giuridico-politico la legge speciale non può essere interpretata se non secondo il testo letterale quindi un parere che allarga i confini della delimitazione alla libertà di ricerca è assolutamente illegittimo e pregiudizievole.

I pareri sottoscritti dal funzionario Dott. Domenico Antonio Colombo ( in data 10.09.2007) e successivamente quello del funzionario dott. Francesco Grohman ( 01.12.2010)  che avvallava l'interpretazione “libera” del dott. Colombo ( tutti prontamente contestati, a tutela dell'interesse pubblico dalla Associazione scrivente )  sono espressione di illegittimità e causa prima della inosservanza dei dettami di legge.

L'articolo 4 della legge 6/1994 comma 2 -2 quater dispone irrevocabilmente : “ la superficie massima delle tartufaie controllate non può superare i tre ettari”.

La dizione dell'articolo è limpida e non necessità di interpretazione ad personam.

I suddetti pareri, contestati con raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata ai dirigenti e all'assessore di riferimento, alle quali non è mai stato dato riscontro, hanno solo l'effetto di favorire, contrariamente allo scopo istituzionale della legge ( identificato nell'articolo 1 comma 1 della  suddetta legge, come tutela del patrimonio tartuficolo), l'incremento patrimoniale dei proprietari terrieri.

Se la tartufaia controllata non deve superare i tre ettari è perchè tale misura, come si evince dai lavori preparatori alla legge stessa, è identificata come non lesiva al principio generale della legge quadro 752/1985.

la Legge Regionale di riferimento ha superato anche il vaglio della Corte Costituzionale con la sentenza n° 167 del 29.05.2009 dove il testo della legge relativo alla delimitazione delle tartufaie controllate è uscito indenne dall'accusa di incostituzionalità.

Si vorrebbe ricordare che anche in quella occasione, nonostante questa Associazione si sia adoperata al fine di tutelare il dettato della legge regionale, la Regione è rimasta nei vari gradi giudizio, contumace.

Questa Associazione invita, gli organi istituzionali ad attivarsi per il fine di pubblico interesse che gli compete e a riportare chiarezza e ordine nella delimitazione della tartufaie controllate riaffermando i limiti previsti dalla legge regionale speciale ricordando che tutto ciò che limita il principio generale di libera ricerca deve essere applicato in senso letterale e non invia estensiva aggirando la disposizione e deviando dal fine di tutela.

Ancora 2

01/06/2016 

Comunicato stampa Associazione Tartufai Alto Tevere
In questi ultimi giorni, con delibera unanime del Consiglio direttivo, abbiamo incontrato tutti e cinque candidati Sindaco alle prossime elezioni del comune di Città di Castello. Lo dobbiamo dire subito sono stati incontri positivi è riteniamo opportuno ringraziarli per la loro disponibilità. Noi come associazione abbiamo messo a disposizione le nostre attuali preoccupazioni sulle problematiche inerenti il mondo del Tartufo
In particolare ci siamo soffermati su i temi oggi per noi cogenti quali: la tutela della libera cerca la sua funzione sociale, il rispetto e la salvaguardia delle tartufaie naturali quale valore ambientale importante, ed infine il nostro disagio e isolamento istituzionale da quando la Comunità Montana è stata commissariata e accorpata a Gubbio. Abbiamo riportato tutti il nostro rammarico per questa situazione che riteniamo poco benevola nei nostri confronti credendo di avere dato tanto in tutti questi anni. I Tartufai e la loro Associazione sono stati sempre punto di riferimento per la valorizzazione del prodotto, in prima fila quando è nata la Mostra del Tartufo a Città di Castello punto di forza dal punto di vista non solo del prodotto, ma anche turistico; insomma riteniamo di avere dato tanto per le nostre realtà Alto tiberine. Tutti i Candidati Sindaco hanno risposto non parlando in politichese, ma dichiarando tutta la loro disponibilità a farsi carico di questi temi sia da Sindaco sia come rappresentanti in Consiglio Comunale, inoltre recependo che i temi posti avevano una valenza non di mero interesse ma generale, c’è chi è andato oltre affermando che dopo l’insediamento della giunta il tema tartufi in generale e la Mostra del Tartufo in particolare dovessero tornare in capo alla Amministrazione Comunale, come guida e faro della intera filiera insieme alla promozione e valorizzazione di questo patrimonio. Ringraziandoli ancora augurando a tutti e cinque i candidati un caloroso “ In bocca al lupo”. Inoltre ricordiamo che fra pochi giorni contatteremo tutti i Sindaci degli altri comuni per un affettuoso e caloroso confronto perché le tematiche trattate appartengono, cosi come gli associati, all’intero territorio dell’Alto Tevere

09/05/2016 dal sito www.tuttoggi.info

Rigucci richiama diritto di proprietà contro tartufai, “Ciò che si trova nel fondo è del fondista”

Il presidente del Comitato agricoltori tifernate contesta la legge regionale in materia, che dà facoltà al cavatore di raccogliere tartufi anche in fondi privati sotto autorizzazione delle comunità montane

 

Dopo la conferenza sulla “questione Tartufo” dello scorso 20 aprile, tenuta in Comune dal presidente dell’associazione Tartufai Alta Valle del Tevere Antonio Bicchi, il presidente del Comitato agricoltori tifernate Marcello Rigucci espone il pensiero di imprenditori e agricoltori partendo da un principio base della Costituzione Italiana.

Nell’art. 42, quello che riconosce la funzione del “diritto di proprietà”, è definito il principio per il quale un proprietario ha il diritto di godere e disporre della cosa in modo pieno ed esclusivo. Tale articolo viene poi integrato con l’art. 832 del Codice Civile che ne legifera l’applicazione e nel quale vengono definite le caratteristiche generali della proprietà, e quindi anche della proprietà fondiaria. La legislazione definisce che il prodotto del suolo esottosuolo è del fondista, fino a dove può dimostrare di avere un interesse ad esercitare il suo diritto esclusivo

Detto questo Rigucci ribadisce come tutto ciò che naturalmente nasce nel sottosuolo, come ad esempio i tuberi (patate e carote), “se appartenente ad un fondo, è di esclusiva proprietà del fondista, sia che si crea direttamente o indirettamente. Essendo anche il tartufo un fungo ipogeo, e quindi un tubero, di fatto è esso stesso di proprietà esclusiva del fondista”. 

Durante la conferenza dello scorso 20 aprile il presidente dell’Associazione Tartufai Bicchi aveva più volte ribadito come “la legge regionale in materia di attività tartufigena (la num. 6 del 28 febbraio 1994, più volte modificata fino alla  num. 34 del 2002 e num. 8 del 2004, che disciplina la raccolta, coltivazione, conservazione e commercio dei tartufi) sia ottima per come strutturata ma che, nello stesso tempo, non venga messa in pratica correttamente nè inciti, quindi, ad una totale applicazione nella Regione Umbria”. Tra le varie direttive indicate da questa legge Rigucci si sofferma su quella legiferante la modalità di raccolta del tartufo, la quale, in breve, dichiara che “il cavatore, sotto autorizzazione delle comunità montane, ha la facoltà di raccogliere i tartufi anche nei fondi privati”. Tutto questo, aggiunge il presidente del Comitato agricoltori, “in violazione delle leggi nazionali ed europee, non essendo la comunità Montana e la Regione proprietari dei fondi”.

Rigucci chiama in causa anche la legge del Codice civile 1942, la quale dice che, accanto alla proprietà fondiaria nel suo aspetto statico si considera l’attività agricola come attività commerciale. “Il proprietario del fondo – sottolinea il presidente del Comitato agricoltori tifernate – diventa quindi imprenditore e l’azienda agricola, di fatto, luogo di lavoro. Da ciò ne consegue che l’imprenditore agricolo è soggetto alla legge 81/08 riguardante la sicurezza sul posto e luogo di lavoro: diventa quindiresponsabile di quello che accade sulla sua proprietà, limitandone gli ingressi ai soli autorizzati per la conduzione del fondo agrario facendo rispettare le norme di sicurezza del lavoro”. “Di fatto – aggiunge – i tartufai vogliono che vengano approvate tutte le leggi sopra citate per le quale essi intendono entrare in possesso di beni appartenenti agli imprenditori agricoli, con quest’ultimi responsabili di soggetti terzi che svolgono attività in proprio. Tali imprenditori sono inoltre soggetti a tassazione statale (reddito agrario per il possesso del bene, reddito domenicale per lo sfruttamento del terreno,tassa autoconsumo ecc.)”.

Volendo andare oltre alla contraddizione insita in tale legge e in tali richieste, in conferenza Bicchi ha espresso anche la necessità di effettuare un governo del taglio dei boschi,sottolineando l’importanza di attuarlo anche nelle aree private. Ora qui mi chiedo: conoscete tartufai che siano disposti a condividere informazioni (per indicare il luogo dov’è situata una tartufaia sul suolo privato) e a collaborare con le associazioni agricole per mettere in atto una mappatura delle zone tartufigene e per la salvaguardia di esse? Perché tale Associazione non recupera le zone abbandonate dalla Regione e vi insedia piante tartufigene e ne gestisce l’attività senza interferire sul privato?Noi in questo momento discutiamo della questione tartufo e dei diritti richiedenti dai cavatori, dimenticando che essi sottraggono beni materiali ai fondisti. E’ assurdo, inoltre, chiedere agli imprenditori agricoli la limitazione delle tartufaie in tre ettari, poiché si imporrebbe una limitazione alla libera scelta, a creare reddito, a valorizzare il capitale, seguendo di fatto canoni di produzione o riqualificazione dettati da soggetti estranei all’azienda

“La sovranità del bene – conclude Rigucci – è esclusiva del proprietario che ne ha pieno diritto del godimento e di gestione. Vigili, e a tutela delle nostre aziende, dei prodotti del suolo e del sottosuolo, informeremo tutti gli organi competenti territoriali del settore per fare rispettare le leggi nazionali ed europee. La proprietà fondiaria non è della Regione, della Comunità montana o dello Stato ma di un soggetto privato sito in catasto”.

Associazione Tartufai Alto Tevere ritiene opportuno inviare ai mezzi di comunicazione locali: giornali, tv chiarimenti in seguito agli articoli apparsi sulla stampa locale a firma del consigliere comunale Rigucci (Lega Nord) ritenendoli lacunosi, carenti dal punto di vista legislativo e non appartenenti alla nostra realtà culturale e storica. Il latifondo è marginale rispetto ad una piccola proprietà terriera diffusa e frazionata in tante realtà che amano il territorio e, con il dovuto rispetto, lo usano attraversandolo per passeggiate naturalistiche per la cerca dei funghi e dei tartufi .
Punto uno - Esiste una legge quadro Nazionale la 752 del 1985 che all’articolo n° 3 recita testualmente: “ La raccolta è libera nei boschi nei terreni non coltivati e lungo le sponde e gli argini dei corsi d’acqua classificati pubblici”. La Regione Umbria in ottemperanza alla legge nazionale emana la legge Regionale n° 6/94 e successive modifiche ed integrazioni la n° 10 /97 la n°8/ 04.
Detta legge approvata all’unanimità in Consiglio Regionale è stata ed è ancora punto di rifermento anche per altre Regioni, infatti nella sostanza trova un giusto equilibrio tra proprietari dei terreni e i liberi cercatori e propone solide basi per la tutela e la salvaguardia del patrimonio tartufigeno considerandolo bene comune della collettività.
Hanno diritto di proprietà sui tartufi prodotti nelle tartufaie coltivate e controllate coloro che le conducono.
Le Regioni rilasciano attestato di riconoscimento di dette tartufaie, delegando attualmente le Comunità Montane le quali autorizzano i proprietari terrieri che ne hanno titolo su tartufaie controllate, riservandone la raccolta. In Alto Tevere 54 sono le tartufaie controllate e 55 quelle coltivate queste ultime hanno usufruito, in massima parte, secondo il P.S.R.(piano sviluppo rurale) di contributi pubblici per
l’ impianto e il mantenimento decennale delle stesse .
Punto due - L’Associazione Tartufai Alto Tevere, esiste da oltre 30 anni ha contribuito alla stesura della legge Regionale, insieme a tutti i soggetti che ne avevano titolo compresi i rappresentanti degli agricoltori, ma è stata anche punto di riferimento per creare un’ immagine positiva del territorio valorizzando il tartufo sotto il profilo economico commerciale, ma anche turistico ed enogastronomico dove dobbiamo e potremmo fare senza altro di più. Nel nostro Statuto una delle finalità principali é la salvaguardia dell’ambiente e del relativo patrimonio tartufigeno. Salvaguardando l’ambiente si salvaguarda anche il tartufo. La Trifola quale indicatore ecologico del territorio, dove arriva la chimica in agricoltura smette di nascere. Altra scelta statutaria importante e la difesa della libera cerca, si potevano fare altre scelte nel rispetto della legge, ma questo per noi è stato sempre un punto fermo di valore assoluto anche sociale.
Non voglio ritornare sul tema della tassa di concessione che il i tartufaio paga ogni anno e le finalità e gli scopi di questa tassa, comunque possiamo affermare che sono senz’ altro una bella cifra e che molto di più si potrebbe fare per la salvaguardia ed il miglioramento delle aree vocate.
Per quanto chiarito in questi due punti certe affermazioni riportate dalla stampa ci sono sembrate fuori luogo ed anacronistiche non rispondenti alla verità , se andiamo a vedere quello che con la legge regionale hanno potuto realizzare i proprietari dei terreni : tartufaie coltivate e controllate per una importante estensione di territorio non ci sembra che li penalizzi rispetto ai cercatori ma non ci sembra il momento di fare simili paragoni.
Infine ricordiamo che come Associazione abbiamo invitato presso la nostra sede con data da definire incontri con tutti i candidati Sindaci alle prossime elezioni del nostro Comune. Questi incontri hanno lo scopo di approfondire le tematiche sul tartufo nella nostra realtà, quale ruolo avranno le istituzioni nella gestione del “mondo del tartufi”. 
Abbiamo già fatto un primo incontro si è tenuto il giorno 11 Maggio con il candidato sindaco Roberto Colombo della lista “ Castello Cambia “ insieme al capogruppo Vincenzo Bucci. L’ incontro si è svolto in un clima di grande attenzione al tema dove al centro si è posta la difesa di un patrimonio unico dove tutti i soggetti interessati: tartufai , proprietari commercianti, istituzioni, devono avere un ruolo costruttivo nell’interesse della filiera e dell’intera comunità alto tiberina. Cordiali saluti il Presidente dell’Associazione Antonio Bicchi

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